La salute delle piante
al Festival
della Biodiversità
Le piante fanno parte della nostra vita più di quanto ci accorgiamo: catturano la luce del Sole e la trasformano in nutrimento, che viene messo a disposizione di tutti gli esseri viventi. Per di più, producono ossigeno come scarto di questo processo (la famosa fotosintesi clorofilliana), abbassando allo stesso tempo il livello di CO2 dell’atmosfera.
Per dare una prospettiva della nostra assoluta dipendenza dalle piante, si stima che il 98% dell’ossigeno che respiriamo provenga dal metabolismo vegetale. Inoltre, oltre l’80% del cibo consumato dall’uomo è di origine vegetale.
Purtroppo bisogna riconoscere che di rado abbiamo saputo ricambiare adeguatamente il servizio così prezioso (e gratuito!) resoci dal regno vegetale: anzi, i danni provocati dalle pratiche agricole intensive e dal disboscamento sono ormai molto noti, per questo il minimo che possiamo fare è proporre iniziative che possano promuovere un miglioramento in questo senso.
A tale proposito, l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha individuato come tema per il 2020 la salute delle piante. Dall’inizio dell’anno sono state programmate attività per valorizzare questo tema così importante: infatti, verranno incentivati nel corso di quest’anno i progetti che si occupano di salute vegetale tanto in ambito scientifico, quanto in quello agricolo ed in quello politico. Ad esempio, sono attualmente in corso campagne di sensibilizzazione sulle malattie vegetali, sugli attacchi dei parassiti (sempre più difficili da controllare) e anche sulla salvaguardia del suolo.
Quali sono gli aspetti principali da valorizzare nell’IYPH (International Year of Plant Healt)?
- l’utilizzo di sementi sane e certificate.
- la gestione sostenibile del suolo, dell’acqua e dei nutrienti.
- la diversificazione e la rotazione del raccolto.
- la prevenzione delle malattie delle piante e la diffusione di parassiti grazie alla copertura che gli alberi offrono al suolo.
Ecco alcune iniziative interessanti:
- In Gabon, in Congo ed in Camerun la FAO sostiene le scuole che stanno realizzando giardini riutilizzando gli imballaggi come vasi e impiegando trappole per contrastare i parassiti, piuttosto che con l’uso di pesticidi chimici.
- In Italia, l’Università di Torino assieme ad Agroinnova hanno contribuito a sostituire il bromuro di metile (un pesticida fumigante che è stato impiegato a lungo in agricoltura, contribuendo alla riduzione dello strato di ozono atmosferico) con sistemi antiparassitari alternativi. Utilizzando una combinazione di innesti, solarizzazione e semplici metodi di coltivazione in assenza di suolo, gli agricoltori sono riusciti dapprima a ridurre e successivamente ad eliminare l’impiego del bromuro di metile, riuscendo allo stesso tempo a gestire la diffusione dei parassiti evitando cali nella produzione. Questa innovazione è stata un esempio positivo di cooperazione tra ricercatori, iniziative private, agenzie internazionali ed agricoltori per ottenere dei benefici ambientali.
- Su iniziativa di EPPO (European and Mediterranean Plant Protection Organization), sta girando per il mondo un peluche chiamato Beastie the Bug, mascotte dell’iniziativa di sensibilizzazione sulla diffusione dei parassiti alloctoni. Chiunque entri in possesso di Beastie dovrà scattare una foto e pubblicarla sul sito https://beastiebug.eppo.int/ : al termine del 2020 le fotografie migliori verranno premiate in varie categorie dalla commissione di EPPO. Ad esempio, verrà premiata la foto con più “mi piace”, quella in compagnia di una celebrità o quella che testimonia la massima distanza raggiunta da Beastie.
COSA POSSIAMO FARE NOI?
Molti parassiti delle piante sono noti da secoli agli agricoltori, ma negli ultimi anni sono aumentati quelli estranei ai nostri alberi, che per questo non sono capaci di rispondere adeguatamente a queste invasioni. Perciò il trasporto di piante e semi sta venendo sempre più controllato e regolamentato, proprio per impedire la diffusione di parassiti alloctoni tra le nazioni.
Come acquirenti di piante, semi ed altri prodotti vivaistici, è nostro dovere assicurarci che le merci siano state controllate e certificate come prive di parassiti.
Inoltre, possiamo contribuire ad una maggiore consapevolezza di questo problema aderendo nel corso del 2020 ed in futuro alla campagna #PlantHealth.