Cos'è
Proiezione di una antologia cinematografica sul modo in cui il cinema ha interpretato il rischio dell’atomica da Krakatit (1948) a Oppenheimer (2024) a cura di Fondazione Cineteca Italiana. Introduce Matteo Pavesi.
A seguire: Incontro con la scienziata Caterina la Porta e con Don Renato Sacco di PAX CHRISTI e Rete Pace e Disarmo .
Modera Marzio Marzorati
Scienza, cooperazione, pace: negli ultimi tempi, anche a seguito della pandemia, la comunità scientifica ha aumentato la sua capacità di cooperazione e di collaborazione nella condivisione dei dati, dando spazio a idee e scoperte che diventano patrimonio di tutti. La scienza, quindi, viene intesa come processo collettivo e non necessariamente competitivo. Da questo punto di vista la guerra e la corsa gli armamenti è quanto di più lontano possiamo immaginare da un approccio scientifico: la distruzione di intere città o popolazioni, di paesaggi millenari, monumenti, testimonianze storiche e artistiche conseguenti alle guerre in corso rappresentano la negazione del futuro dell’uomo e delle altre specie umane. La potenza simbolica delle armi nucleari richiama alla distruzione totale della vita in senso ampio, definitivo. Sarebbe tanto semplice: niente armi, niente guerra. In una società in cui la guerra è vietata, il semplice riarmo è perseguibile come crimine.
La serata attraverso due testimonianze di eccezione, una del mondo laico e una del mondo religioso, presenta attività di tipo cooperativo che hanno l’effetto di diffondere di una cultura della pace, dà spazio a voci contro la fabbrica di armi globale e l’economia della distruzione, promuove gesti e momenti simbolici di silenzio, di preghiera e di riconnessione con la natura, parla dei tanti “ecocidi” che portano alla distruzione di popolazioni native in tutto il mondo.
La storia di una madre, di un figlio e di un aereo dal nome curioso che esattamente 70 anni fa sganciò la bomba atomica su Hiroshima